Isola del Giglio Hotel - Guida Turistica

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GIGLIO CASTELLO
  Sede Municipale, sito a quota 405 s.l.m., è cinto da imponenti mura intervallate da tre torri a pianta circolare e da sette a base rettangolare. Eretto dai Pisani nel XII sec., più volte ampliato e restaurato dai Granduchi di Toscana, è a tutt'oggi pressochè intatto nel suo interno. Il Giglio Castello è in realtà un abitato fortificato e la porta di accesso è una struttura estremamente complessa che si presenta come un avancorpo con numerosi archi che permettevano il tiro incrociato di una fittissima schiera di arcieri. Sulla facciata interna dell'ultima delle tre porte vi è la targa in marmo raffigurante lo stemma dei Medici, che potenziarono il castello distrutto dai saraceni. Le imponenti mura Medicee furono edificate sulle rovine delle precedenti pisane del XI sec. All'interno del borgo, nella piazza sottostante la chiesa, si può ancora vedere la cisterna realizzata alla fine del '700 dai Medici per risolvere i problemi idrici. Le vie strette, spesso sormontate da archi, i balzuoli (scale esterne per accedere ai piani superiori), la Piazza XVIII Novembre sulla quale domina la Rocca Aldobrandesca, imponente struttura difensiva, fanno di Giglio Castello una meta suggestiva, dal fascino unico, oggi uno dei borghi medioevali meglio conservati ed originali in Italia. La Chiesa di San Pietro Apostolo è stata costruita con tutta probabilità nel XV secolo ed al suo interno si può ammirare un notevole numero di reperti: un capitello corinzio del II sec. a.C. che sostiene l'acquasantiera, le due statue del settecento di San Mamiliano e di San Pietro, l'altare di marmo del XV sec., i reliquari dei Papi Urbano I e Urbano VIII, gli arredi sacri di Papa Innocenzo XIII, le tre tele dei Nasini, il Crocifisso d'avorio del XVI sec. attribuito a Giambologna, il reliquario del 1724 contenente l'ulna destra di San Mamiliano ed esposte in una teca di vetro le due sciabole e d una pistola con intarsi pregiati abbandonate dai pirati durante l'ultimo attacco del 1799. Oggi, oltre alle numerosi botteghe e ristorantini caratteristici, si trovano ancora cantine dove viene prodotto e conservato il tipico, ambrato e robusto vino Ansonaco, vanto dei produttori isolani.
GIGLIO PORTO
  Unico porto dell'isola, piccolo e pittoresco, dalle case multicolori ed il mare di una limpidezza impensabile per una zona portuale, tanto che se ne vede benissimo il fondo per quanto è limpido, riesce a conciliare le esigenze commerciali con quelle turistiche. E' infatti scalo dei due grandi traghetti delle compagnie Toremar e Maregiglio che collegano l'isola con il promontorio dell'Argentario in un'ora anche d'inverno, e porticciolo turistico per barche anche grandi dimensioni. Nelle due ramificazioni, a destra e a sinistra, si snodano le due vie Thaon de Revel ed Umberto I, ricche di negozietti, botteghe artigianali, diving center, negozi alimentari, bar e ritrovi e tanti invitanti ristoranti con grandi piattaforme sul mare all'aperto. Di fronte parte la Provinciale che porta verso le altre località e alla parte posteriore del paese, dove si snodano numerosi pittoreschi vicoli con caratteristiche casette che sono dei piccoli gioielli. Il porto fu costruito per la prima volta dai Romani rimase tale per circa diciotto secoli. Fu poi ampliato nel 1796 e nel 1979 in seguito ad una mareggiata eccezionale. Sulla sua sinistra si trova la Torre del Saraceno costruita nel 1596 per volere di Ferdinando I di Toscana con lo scopo di invogliare le famiglie di pescatori a tornare sull'isola dalla quale erano fuggiti a causa delle frequenti scorribande dei saraceni. Rimasta impressa nella memoria, fu sicuramente la scorreria condotta da Kair ad-Din detto Barbarossa che nel 1544 deportò come schiavi ben settecento gigliesi. Poco oltre appare la Caletta del Saraceno, dove a pelo d'acqua si distinguono bene le mura della cetaria per l'allevamento delle murene e parte dell'imponente Villa Romana (I-II sec. d.C.) dei Domizi Enobarbi, i cui resti sono stati in passato in gran parte inglobati nel centro abitato. Fuori a destra dal porto, venendo dal mare, si vede il promontorio del Lazzaretto dove sorge l'omonima Torre che fu costruita originariamente in forma ottagonale da Ferdinando II nel 1622 e delimitava un'area adibita appunto a lazzaretto per i periodi di epidemie. Nel corso del tempo è stat distrutta e ricostruita a più riprese fino al 1842 quando venne rieretta nella forma attuale. Oggi è una residenza estiva privata.
GIGLIO CAMPESE
  Ultimo a nascere come centro abitato, costituisce oggi l'insediamento turistico più importante dell'isola con la sua bella e ampia spiaggia sabbiosa. La posizione geografica rivolta verso l'isola di Montecristo, l'isola d'Elba e la Corsica, regala ai fortunati visitatori tramonti mozzafiato che nei periodi estivi si protraggono addirittura oltre le nove di sera, dando quindi a questa fantastica località ben sedici ore di luce solare. L'incantevole baia incontaminata è incorniciata dal Faraglione da un lato, e dall'imponente Torre medicea dall'altro. Quest'ultima fu costruita tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII sec. e mentre un tempo si ergeva completamente isolata sugli scogli, oggi è collegata alla terraferma da un piccolo ponte. La ragione della costruzione fu il presidio della baia di Campese dai frequenti attacchi dei pirati barbareschi e rappresentò la roccaforte difensiva dell'eroica cacciata dei tunisini nell'ultimo attacco barbaresco del 18 Novembre 1799. I venti che spirano da sud, che qui giungono alle spalle, fanno della baia una palestra ideale per gli amanti di surf e vela. Il lungomare oltre al nucleo storico e caratteristico delle case "dei trenini" scorre coronando la baia dove sono presenti sulla grande spiaggia numerose strutture turistiche ma anche molte case private. Nella collina immediatamente a ridosso invece è stata costruita di recente una zona residenziale di costruzioni immerse nel verde. Nella zona della vecchia miniera ci sono dei recidence direttamente sul mare e numerosi negozietti di ogni genere. Anche qui pullulano i diving center per i tanti appassionati subaquei che frequentano l'isola, e più specificatamente i fantastici fondali famosi anche all'estero. Recentemente l'Isola del Giglio è stata fregiata dal Ministero dell'Ambiente delle "cinque vele" che denotano il nostro mare fra i più puliti e incontaminati di Italia. E basta immergersi in queste acque per rendersi conto della trasparenza e limpidezza che ci fa ammirare il fondale dal pelo dell'acqua anche se è profondo parecchi metri come sanno i parecchi appassionati di snorkeling che raggiungono l'Isola del Giglio da ogni parte di Italia e del mondo.